Il 2023 sarà ricordato come l'anno più caldo della storia italiana, accompagnato da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno, tra bombe d'acqua, grandinate, vento estremo e ondate di calore.
Autore: Redazione InnovationCity
Il 2023 sarà ricordato come l'anno più caldo della storia, accompagnato fino ad ora in Italia da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno, tra grandinate, trombe d'aria, bombe d'acqua, ondate di calore e tempeste di vento. È quanto sottolinea la Coldiretti, sulla base dei dati dell'European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento ai dati del Copernicus Climate Change Service dell'Unione europea.
Lo scorso mese di novembre è diventato il sesto mese consecutivo a battere i record: con una media di 14,22 gradi Celsius sulla superficie terrestre, ha superato di 0,32 gradi il record precedente del 2020. "Il 2023 ha ora sei mesi e due stagioni da record. Questo novembre straordinario fa sì che il 2023 sarà l'anno più caldo mai registrato nella storia" ha evidenziato Samantha Burgess, vice capo dell'Ufficio Dipartimento per i cambiamenti climatici di Copernicus (C3S). A livello globale – sottolinea invece la Coldiretti - ogni mese dell'anno a partire da giugno 2023 è risultato il più caldo mai registrato e fino ad ora più di 1/3 dei giorni dell'anno hanno fatto segnare una temperatura superiore di 1,5 gradi il livello preindustriale al centro della 28esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28) di Dubai.
Siamo di fronte – continua Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con l'aumento delle temperature che è accompagnato in Italia da una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Il cambiamento climatico ha pesanti effetti anche sull'attività economiche a partire dall'agricoltura che in Italia ha fatto registrare nel 2023 una annata nera con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del 20% della produzione di vino mentre il calo per la frutta arriva al 30% per le pesche e al 63% per le pere ma ad essere praticamente dimezzato è anche il raccolto di miele con le api che sono vere e proprie sentinelle dello stato di salute dell'ambiente. L'anno in corso – conclude Coldiretti – è stato infatti segnato in Italia prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido al quale ha fatto seguito un autunno mite ma con violenti nubifragi che hanno devastato città e campagne.