Uno studio condotto da Campden BRI, commissionato da Findus nell'ambito dell'iniziativa Move to -15°C, rivela che un aumento di 3 gradi Celsius nelle temperature di conservazione degli alimenti surgelati ridurrebbe il consumo energetico dei congelatori del 10%, senza conseguenze sui prodotti.
Autore: Redazione InnovationCity
Nomad Foods, azienda proprietaria del marchio e delle attività Findus nonchè leader nel settore dei surgelati, ha annunciato i risultati del suo studio durato diciotto mesi. L'indagine ha analizzato come l'aumento delle temperature di conservazione degli alimenti surgelati, possa ridurre significativamente le emissioni di carbonio e i relativi costi, senza compromettere la sicurezza o la qualità dei prodotti.
I risultati, ottenuti in collaborazione con Campden BRI, organizzazione leader nella scienza e tecnologia alimentare, dimostrano ulteriormente come conservare gli alimenti surgelati a -15°C, invece dello standard industriale di -18°C (zero gradi Fahrenheit), possa ridurre il consumo energetico dei congelatori del 10-11%, senza alcun impatto sulla sicurezza, la consistenza, il gusto o il valore nutrizionale dei prodotti.
Lo studio ha analizzato 9 prodotti surgelati: pollo, pesce panato, pesce al naturale, verdure, alimenti a base vegetale e pizza. Sono state testate 4 temperature (da -18°C a -9°C) e 8 macro-aree, tra cui sicurezza alimentare, consistenza, nutrizione, uso energetico e impatto degli imballaggi. I risultati dopo diciotto mesi non hanno mostrato cambiamenti significativi nei prodotti a -15°C rispetto a -18°C, tranne per gli alimenti vegetali nei quali, una volta superata la data di scadenza, si è registrata una diminuzione della vitamina C.
Nel 2022 Nomad Foods ha pubblicato un'analisi del ciclo di vita dei principali prodotti surgelati, da cui è emerso che questa catergoria consegue ottimi risultati rispetto alle alternative in termini di impatto ambientale, in parte anche grazie ad una produzione inferiore di scarti alimentari.