Intelligenza artificiale: il Garante blocca ChatGPT. Cosa ne pensano gli avvocati?

Gli avvocati Giulio Coraggio e Tommaso Ricci dello studio legale DLA Piper esprimono le loro perplessità. "È importante trovare un equilibrio tra l'adozione di tecnologie di IA e la salvaguardia della privacy e della sicurezza degli utenti, ma ci riferiamo a tecnologie in rapida evoluzione che attualmente non generano rischi elevati per i dati delle persone”, spiegano i professionisti dello studio legale.

Autore: Redazione InnovationCity

Gli avvocati Giulio Coraggio e Tommaso Ricci dello studio legale DLA Piper si interrogano sul significato di questa decisione? “La decisione fa seguito a una precedente decisione del Garante contro un altro Chatbot in cui era stata contestata la mancanza di verifiche dell'età”, commentano gli avvocati dello studio legale DLA Piper. “L'esatta portata della contestazione non è ancora chiara a causa della mancanza di dettagli nella decisione. Tuttavia, l'urgenza del provvedimento, a nostro avviso, appare ingiustificata”.

“La posizione del Garante sembra riflettere un pregiudizio verso i sistemi di intelligenza artificiale generativa, in linea purtroppo con l'attuale posizione della Commissione europea nella stesura dell'AI Act. In effetti, è chiaro che ci sono margini di difesa piuttosto ampi per alcune delle condotte contestate rispetto a ChatGPT, ad esempio, i dati generati dall'IA non corrispondono a dati di personali reali. È importante trovare un equilibrio tra l'adozione di tecnologie di IA e la salvaguardia della privacy e della sicurezza degli utenti, ma ci riferiamo a tecnologie in rapida evoluzione che attualmente non generano rischi elevati per i dati delle persone”, spiegano gli avvocati.

Quanto è probabile che altri organi di controllo dell'UE seguano il Garante? “In passato il Garante aveva adottato un provvedimento simile nei confronti di un social media, che non è stato seguito da altre autorità di protezione dei dati. Pertanto, non è ancora chiaro se altre autorità di protezione dei dati personali seguiranno la stessa linea. Ci auguriamo che questo non avvenga”, concludono i professionisti dello studio DLA Piper.


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