Oltrepò Pavese, per la vendemmia 2024 di Cantina Torrevilla emerge la qualità contro le difficoltà

Una vendemmia difficoltosa e con un significativo calo di produzione nelle aree del territorio colpite da peronospora, che tuttavia si rivela promettente soprattutto per la qualità delle basi spumante

Autore: Redazione InnovationCity

Una vendemmia tutt’altro che semplice, quella di Cantina Torrevilla, storica realtà dell’Oltrepò Pavese che opera su una superficie vitata di 600 ettari suddivisi tra 9 comuni. Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova il lavoro dei viticoltori, data la diminuzione del raccolto a causa della peronospora: le condizioni climatiche con piogge frequenti hanno favorito la diffusione del fungo patogeno, causando gravi danni nei vigneti, e aumentando significativamente i costi dei trattamenti fitosanitari. “L’Oltrepò Pavese, con il suo territorio prevalentemente collinare, esprime un’altissima vocazionalità - spiega il Presidente di Cantina Torrevilla Massimo Barbieri - allo stesso tempo le forti pendenze rendono esponenziali i costi di gestione per le imprese che sono messe ancora più in difficoltà in termini di energie e sforzi economici, dall’impatto dei cambiamenti climatici degli ultimi anni. La produzione dei vigneti ha subito cali dovuti alla siccità negli anni passati e alle piogge intense nell’annata corrente. Queste condizioni hanno favorito infatti, la proliferazione del fungo patogeno della Peronospora e il conseguente calo produttivo. Nonostante le difficoltà di questo periodo, sono certo che i vignaioli saranno in grado di far fronte all’ennesima sfida”. “Nonostante le piogge insistenti - sottolinea Simone Fiori, enologo della cantina Torrevilla - questa è stata un’ottima annata per le basi spumante: i mosti ottenuti sono contraddistinti da buone acidità, che sicuramente daranno vita a dei vini eleganti e longevi. Per quanto riguarda i Rossi, grazie alla scrupolosa selezione delle uve effettuata prima della pigiatura e a un meticoloso lavoro in cantina siamo certi di ottenere un ottimo risultato”. Si prospetta dunque un’annata di alto livello, soprattutto per quanto riguarda il Metodo Classico, a ennesima conferma del fatto che il pinot nero ha trovato nell’Oltrepò Pavese l’habitat ideale per esprimersi ai massimi livelli.


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