Werner Vogels, CTO di Amazon, offre diversi spunti per affrontare l’era delle sfide globali e delle innovazioni tecnologiche
Siamo entrati in un’era segnata da sfide sociali senza precedenti e da progressi tecnologici inarrestabili. Impiegare l’innovazione per il bene comune non è soltanto un imperativo etico, ma anche una scelta strategica di grande valore. Le soluzioni avanzate nel campo dell’energia pulita stanno aprendo nuove prospettive per uno sviluppo sostenibile, mentre strumenti basati sull’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il contrasto alla disinformazione, dimostrando come il digitale possa potenziare l’ingegno umano. L’ascesa di tecnologie orientate all’intenzione sta trasformando il nostro rapporto con il mondo virtuale, privilegiando la concentrazione e il benessere rispetto alla semplice cattura dell’attenzione. Allo stesso tempo, una forza lavoro sempre più guidata da valori e missioni concrete si sta affermando, orientata ad affrontare le sfide più complesse dell’umanità piuttosto che limitarsi a perseguire il profitto. Nei prossimi anni, mettere l’innovazione al servizio di un impatto positivo non sarà solo una possibilità: ridefinirà il concetto stesso di successo.
La forza lavoro del futuro è mission-driven
La forza lavoro del futuro sarà guidata non solo dall’ambizione economica o dall’avanzamento professionale, ma soprattutto dal desiderio di contribuire a un cambiamento positivo nella società. Le organizzazioni capaci di cogliere questa trasformazione e di adottare un approccio orientato a obiettivi di valore saranno meglio preparate a garantire il successo sostenibile nel lungo termine.
Di fronte a sfide pressanti come sostenibilità, equità sociale, sicurezza alimentare ed economica e gestione etica dell’intelligenza artificiale, si sta delineando una silenziosa rivoluzione nel mercato del lavoro. Una crescente spinta verso occupazioni capaci di generare benefici tangibili per l’umanità evidenzia un cambiamento radicale nei valori e nelle priorità dei lavoratori di diverse generazioni e settori. Sempre più persone cercano ruoli che consentano di avere un impatto significativo sulla società e sull’ambiente.
Le evidenze parlano chiaro: Millennials e Gen Z, che oggi costituiscono una porzione rilevante della forza lavoro globale, attribuiscono un valore fondamentale al significato e allo scopo del proprio lavoro. Secondo un’analisi recente della Harvard Business School, i neolaureati sono disposti a rinunciare a parte della retribuzione in cambio di ruoli con un impatto sociale positivo. Questo fenomeno non è limitato alle giovani generazioni: anche i lavoratori più esperti stanno progressivamente orientandosi verso posizioni con finalità prosociali.
Le professioni legate alla sostenibilità emergono tra le categorie lavorative a più rapida crescita in Europa e negli Stati Uniti. La lista Jobs on the Rise 2024 di LinkedIn ha evidenziato un incremento significativo di figure come manager per la salute e la sicurezza ambientale e analisti di sostenibilità. Non si tratta solo di una preferenza dei candidati, ma di una trasformazione guidata dal mercato stesso, favorita dalla transizione verso energie rinnovabili, dai costi tecnologici in calo e da politiche governative incentivanti. Questo dimostra come perseguire il bene comune possa essere anche economicamente vantaggioso. Anche le professioni tradizionali stanno evolvendo, integrando principi di sostenibilità e impatto sociale al proprio core. Questo ha portato alla nascita di ruoli ibridi che combinano competenze tecniche tradizionali con un focus ambientale e sociale. In Amazon, ad esempio, sempre più ingegneri cercano di lavorare su progetti con risvolti positivi, come algoritmi per data center a basso consumo, edifici a emissioni zero e investimenti sostenibili. I confini tra business e responsabilità sociale stanno gradualmente scomparendo.
A differenza delle generazioni precedenti, più focalizzate su libertà personale e crescita economica, Millennials e Gen Z mostrano una sensibilità accentuata verso temi come disuguaglianze, salute mentale e cambiamento climatico. Cresciuti in un contesto digitale, comprendono il potenziale della tecnologia nel risolvere queste problematiche, dando vita a un nuovo equilibrio tra aspirazioni professionali e valori sociali. Per mantenere competitività, le imprese devono adattare le proprie strategie per attrarre e trattenere talenti orientati al purpose. Questo implica la creazione di ruoli con impatti sociali positivi, l’integrazione della sostenibilità nelle posizioni esistenti e l’adozione di valori ESG (ambientali, sociali e di governance) autentici nelle strategie aziendali. Le organizzazioni che offriranno lavoro significativo e opportunità di guidare il cambiamento positivo attireranno i migliori talenti e si posizioneranno al meglio per un successo duraturo, in un mondo in cui responsabilità sociale e ambientale sono parte integrante della performance aziendale.
In definitiva, il futuro del lavoro sarà definito da una ricerca dello scopo che potrebbe superare, o almeno eguagliare, l’importanza del profitto. I lavoratori di domani saranno motivati dal desiderio di creare un impatto positivo nel mondo, e le organizzazioni che sapranno riconoscere e valorizzare questa tendenza saranno quelle destinate a prosperare nei decenni a venire.
Una nuova era di efficienza energetica stimola l'innovazione
La crescente domanda di energia, unita alle pressanti sfide climatiche, sta accelerando una trasformazione radicale nel modo in cui l’energia viene prodotta, immagazzinata e utilizzata. L’espansione dell’energia nucleare, affiancata dalla continua crescita delle fonti rinnovabili, delinea un futuro in cui le infrastrutture energetiche diventeranno un motore d’innovazione anziché un limite operativo.
Due anni fa, il panorama energetico sembrava pronto a una rivoluzione basata su tecnologie per l’energia intelligente, con particolare attenzione a soluzioni di stoccaggio avanzate, reti decentralizzate e sistemi di consumo ottimizzati. Queste previsioni nascevano dalla necessità di rispondere alle crisi energetiche globali e ai contraccolpi della pandemia di COVID-19. Tuttavia, l’evoluzione del contesto, caratterizzata dall’avvento dell’IA generativa e da una spinta verso l’elettrificazione di settori strategici come trasporti e industria, ha intensificato la domanda energetica e reso imprescindibile lo sviluppo di soluzioni scalabili e resilienti.
Negli ultimi dieci anni, energie rinnovabili come l’eolico e il solare hanno raggiunto livelli senza precedenti di scalabilità e affidabilità, giocando un ruolo cruciale nella riduzione delle emissioni di carbonio e nella decentralizzazione della produzione. In Cina, ad esempio, le rinnovabili rappresentano il 37% della capacità energetica totale, con una proiezione che punta al 42% della generazione globale entro il 2028. Tuttavia, la rapida adozione di queste tecnologie non è sufficiente a colmare la crescente domanda di energia in tempi brevi. È necessario integrare fonti stabili, modulari e disponibili 24 ore su 24 per affrontare questa sfida.
Il nucleare sta guadagnando terreno come soluzione chiave per la transizione energetica, grazie a tecnologie avanzate come i reattori modulari di piccole dimensioni (SMR). Questi rappresentano un cambiamento di paradigma: più compatti e flessibili rispetto ai reattori tradizionali, gli SMR offrono tempi di costruzione e manutenzione più rapidi. Grandi aziende, tra cui Amazon, stanno effettuando investimenti significativi in questo settore: un esempio è il finanziamento di 500 milioni di dollari per X-Energy e la collaborazione con Energy Northwest per progetti nello Stato di Washington. Inoltre, innovazioni come la saldatura a fascio di elettroni, che riduce i tempi di realizzazione di saldature di grado nucleare da un anno a un solo giorno, e i progressi nella sicurezza sismica, stanno rendendo questa tecnologia più efficiente e sicura. Gli SMR, in particolare, offrono la possibilità di riutilizzare infrastrutture già connesse alla rete, come centrali a carbone dismesse, accelerando l’implementazione di soluzioni critiche. Tuttavia, la sfida energetica non si limita alla produzione, ma include un ripensamento fondamentale dei modelli di consumo. La crescente adozione dell’IA generativa in vari settori ha incrementato significativamente la domanda di potenza computazionale. Negli Stati Uniti, i data center consumano attualmente il 4% dell’energia elettrica nazionale, un valore che potrebbe salire al 9% nei prossimi cinque anni.
La transizione verso data center hyperscale rappresenta una risposta efficace, permettendo una riduzione del consumo energetico del 25% grazie a una maggiore efficienza operativa e alle economie di scala. In futuro, sarà cruciale progettare data center come centri di carico flessibili, capaci di adattarsi dinamicamente alle esigenze della rete, ottimizzando così il consumo energetico e migliorando la stabilità del sistema. Questa rivoluzione energetica richiede più della sola innovazione tecnologica: sarà fondamentale investire nel capitale umano. La formazione di ingegneri nucleari, tecnici specializzati, esperti nella gestione delle reti e scienziati dei materiali diventerà un pilastro strategico.
Programmi di istruzione e riqualificazione non solo alimenteranno l’innovazione, ma avranno un impatto significativo sull’economia, creando opportunità lavorative altamente qualificate e ben remunerate. In questa nuova era, le necessità energetiche non rappresenteranno più un limite: l’energia pulita, sostenuta dall’innovazione tecnologica e da una forza lavoro qualificata, diventerà il volano di un progresso, ridefinendo ciò che è possibile e guidandoci verso un futuro energetico sostenibile e pulito.
La tecnologia riequilibra la scoperta della verità
Con la disinformazione che si propaga a una velocità senza precedenti, una nuova generazione di strumenti basati sull'intelligenza artificiale emergerà per supportare giornalisti, ricercatori e cittadini impegnati nella ricerca della verità. Queste tecnologie rivoluzionarie renderanno le capacità di analisi più accessibili, accelereranno il processo di verifica delle informazioni e contribuiranno a ridurre il divario tra la rapida diffusione della disinformazione e il suo debunking.
L'ecosistema informativo si è evoluto da cicli di notizie protratti per settimane o mesi a un flusso incessante di aggiornamenti in tempo reale che si susseguono alla velocità di un clic. Le piattaforme di social media, ormai fonti primarie per la fruizione delle notizie, hanno complicato l'identificazione della veridicità delle informazioni. In un contesto in cui l'urgenza di essere i primi supera l'accuratezza, la fiducia nei media tradizionali è stata erosa. Oltre la metà della popolazione (52%) fatica a distinguere contenuti autentici, alimentando sia scetticismo sia la condivisione di informazioni inesatte. Sebbene la tecnologia abbia contribuito a questa crisi, rappresenta anche lo strumento più potente per affrontarla.
Negli ultimi dieci anni, l'Open-Source Intelligence (OSINT) ha assunto un ruolo cruciale nel svelare indagini complesse e portare alla luce verità celate. Organizzazioni come Bellingcat e ProPublica hanno utilizzato dati pubblici – dalla geolocalizzazione agli indirizzi IP – per indagare su violazioni dei diritti umani e conflitti internazionali. Anche le principali redazioni giornalistiche di tutto il mondo, come BBC, Der Spiegel e New York Times, hanno adottato metodologie OSINT per verificare i fatti e convalidare le loro inchieste, talvolta rendendo pubblici gli strumenti utilizzati. Tuttavia, questo processo rimane manuale e laborioso, e spesso richiede settimane o mesi (a volte anni) per produrre risultati. Al contrario, coloro che propagano la disinformazione possono farlo istantaneamente con un singolo tweet o un'immagine o un video manipolati, creando un significativo squilibrio nell'ecosistema dell'informazione. Questa disparità sottolinea la necessità di strumenti più efficaci per combattere la disinformazione e l'informazione scorretta. Stiamo assistendo a una trasformazione radicale delle dinamiche informative grazie a strumenti tecnologici emergenti. Soluzioni come l'estensione browser TrustNet, che abilita il fact-checking in tempo reale e il crowdsourcing per i contenuti web, e GeoSpy, capace di analizzare e confrontare dati geografici da immagini con estrema rapidità, rappresentano esempi concreti di innovazione. Parallelamente, sistemi di intelligenza artificiale generativa, come Proem, integrano notizie quotidiane con conoscenze accademiche per una verifica più rapida e precisa.
Questo settore, in forte espansione, ha attratto oltre 250 milioni di dollari di finanziamenti in start upsolo quest'anno, con previsioni di crescita che stimano valutazioni miliardarie del settore OSINT nei prossimi anni, non solo nel giornalismo ma anche nella gestione della reputazione aziendale e nelle operazioni governative. Nel prossimo futuro, l’adozione diffusa di strumenti tecnologici avanzati rivoluzionerà il modo in cui le informazioni accurate vengono diffuse, garantendo una rapidità comparabile a quella della disinformazione. Questa transizione non solo contribuirà a ripristinare la fiducia del pubblico nelle fonti di notizie tradizionali, ma migliorerà anche la qualità complessiva del dibattito pubblico sulle piattaforme digitali. L'impatto sarà di vasta portata, a vantaggio dei consumatori, delle aziende che tutelano la propria reputazione e dei governi e delle organizzazioni che cercano di mantenere la popolazione informata.
In qualità di innovatori tecnologici, abbiamo il dovere di contribuire a questa trasformazione, progettando strumenti che consentano di identificare e contrastare la disinformazione. Questo impegno collettivo può rimodellare il panorama informativo, rendendo la società più resiliente e consapevole nell'era digitale. Il nostro obiettivo non deve essere soltanto connettere il mondo, ma anche garantire l’integrità delle informazioni che ne costituiscono le fondamenta.
Gli open data guidano la risposta decentralizzata alle catastrofi
La resilienza alle catastrofi subirà una trasformazione radicale grazie all'impiego di dati iperlocali raccolti dalla comunità. Questo cambiamento segnerà una svolta nella gestione delle emergenze, evolvendo da un modello reattivo e centralizzato a uno proattivo, decentralizzato e partecipativo, guidato direttamente dalle comunità locali.
La frequenza e l'intensità dei disastri naturali sono in continua crescita, e gli attuali sistemi di risposta alle catastrofi si trovano spesso a fare i conti con dati frammentati o inaccessibili, in particolare nelle aree vulnerabili e isolate. Eventi recenti, come gli uragani Helene e Milton nel sud-est degli Stati Uniti, hanno messo in evidenza la gravità delle lacune nei sistemi di mappatura, con risorse critiche non identificate in zone considerate a basso rischio. Questo scenario evidenzia una verità fondamentale: in un contesto di disastri sempre più frequenti, l'accesso tempestivo e accurato ai dati non è solo vantaggioso, ma indispensabile per una risposta efficace.
La gestione efficace delle catastrofi dipende dalla capacità di raccogliere e sfruttare i dati in modo strutturato. Sebbene i sistemi di soccorso centralizzati possiedano il vantaggio di una mobilitazione su larga scala, spesso mancano della flessibilità necessaria per rispondere rapidamente alle situazioni emergenziali. La transizione verso piattaforme incentrate sulla comunità, che consentono ai singoli cittadini di assumere un ruolo attivo nella protezione della propria sicurezza, sta prendendo piede. La diffusione capillare dei dispositivi mobili permette di raccogliere dati in tempo reale sul campo, come dimostrato dalle iniziative durante le alluvioni del 2022 a Lismore, in Australia, dove i residenti hanno utilizzato social media e Google Sheets per coordinare i soccorsi, creando un ecosistema di dati improvvisato. Allo stesso modo, applicazioni come Watch Duty per il monitoraggio degli incendi forestali rappresentano nuovi strumenti che favoriscono una risposta rapida e mirata, consentendo ai residenti di segnalare le condizioni in tempo reale e di guidare gli interventi.
I progressi nel campo dell'edge computing e nella connettività satellitare durante le situazioni di disastro stanno rivoluzionando il modo in cui i dati vengono raccolti e analizzati in tempo reale, anche in scenari estremi. Questa evoluzione tecnologica non riguarda solo l'accelerazione del flusso di dati, ma anche un cambiamento nelle dinamiche di potere, dove le comunità più vulnerabili e direttamente coinvolte assumono un ruolo attivo e decisionale. Garantire a soccorritori e residenti l'accesso immediato a dati utili e in tempo reale permette di prendere decisioni critiche, bypassando i tradizionali sistemi centralizzati e riducendo il tempo di risposta.
La realizzazione di questa visione futura richiede una collaborazione stretta tra comunità locali, enti governativi e organizzazioni umanitarie. A questo scopo, ho recentemente lanciato il programma Now Go Build CTO. In qualità di leader tecnologico, sento la profonda responsabilità nel sostenere le organizzazioni e gli individui che utilizzano la tecnologia per affrontare le sfide sociali e ambientali. La nostra prima partnership coinvolge l'Humanitarian OpenStreetMap Team (HOT), che mobilita oltre 500.000 volontari a livello globale per mappare le regioni vulnerabili, e Help.NGO, che utilizza droni ed edge computing basato su AWS per mappare in tempo reale le zone disastrate, fornendo ai soccorritori immagini ad alta risoluzione e dati in tempo reale quando i sistemi di comunicazione convenzionali sono interrotti.
Concedere alle comunità il potere di prendere decisioni e l'accesso diretto ai dati non solo migliora la risposta immediata ai disastri, ma costituisce una rete di centri di gestione delle emergenze in grado di agire anche preventivamente. In un contesto di eventi calamitosi in crescita, il passaggio da una gestione reattiva a una proattiva, basata sui dati, diventa non solo auspicabile, ma assolutamente necessario. Abbracciando un modello incentrato sulla comunità e orientato ai dati, stiamo ponendo le basi per un futuro in cui la tecnologia potenzia la resilienza umana, dando alle comunità gli strumenti per affrontare un mondo sempre più imprevedibile con maggiore autonomia e sicurezza.
La tecnologia consumer intention-driven prende piede
È in atto un cambiamento significativo nel nostro rapporto con la tecnologia consumer. Poiché sempre più persone cercano un rifugio dalla distrazione costante, stanno emergendo dispositivi che pongono l'accento sull'intenzionalità, sulla riflessione profonda e sulla consapevolezza, a scapito di una sovrabbondanza di stimoli superficiali. A partire dal 2025, la tecnologia avrà un ruolo abilitante, restituendo il controllo agli utenti, anziché sottrarre loro attenzione, apportando un valore tangibile alla vita quotidiana.
In un mondo in cui i nostri dispositivi sono estensioni di noi stessi, catturare la nostra attenzione è diventata un' attività da miliardi di dollari. Ogni tocco, titolo e notifica sono studiati meticolosamente per conquistarci. Questa ricerca incessante della nostra attenzione ha portato a conseguenze indesiderate, come l'aumento dei livelli di ansia, depressione e un senso di distrazione pervasivo. Tra il 2009 e il 2022, l'uso quotidiano dei social media da parte degli adolescenti è passato dal 50% al 95% e la salute mentale di molti è peggiorata. Il 72% degli insegnanti delle scuole superiori statunitensi segnala come un problema rilevante la distrazione da parte dei dispositivi mobili durante le lezioni, mentre studi come "Stress in America" confermano che l'uso incessante dei telefoni è correlato a livelli di stress più elevati. E documenti interni di TikTok rivelano che gli utenti possono diventare dipendenti dopo soli 35 minuti di utilizzo. Queste tendenze allarmanti sottolineano l'urgente necessità di rivalutare il nostro rapporto con la tecnologia e di dare priorità a un utilizzo consapevole e responsabile.
In risposta a queste sfide, sta emergendo un movimento sempre più forte che incoraggia la disconnessione consapevole e la selezione mirata delle tecnologie da utilizzare. In tutto il mondo, scuole e istituti stanno adottando politiche di divieto dell'uso dei telefoni cellulari, con risultati sorprendenti. Alla Grant High School di Portland, ad esempio, la pausa pranzo è tornata a essere un momento di socializzazione vivace, con gli studenti che interagiscono faccia a faccia. Gli insegnanti riportano un miglioramento della concentrazione e una riduzione dei casi di bullismo. Anche tra gli adulti si stanno diffondendo iniziative simili, come l'Offline Club di Amsterdam, nato nel 2023, che offre un rifugio dalla tecnologia digitale e ha attratto rapidamente oltre 150.000 seguaci. Questi segnali suggeriscono un cambiamento profondo nel modo in cui concepiamo e utilizziamo i dispositivi tecnologici.
Un esempio interessante di come la tecnologia possa favorire la riflessione profonda è il processo di scrittura dei documenti adottato in Amazon. Indipendentemente dal ruolo o dal livello di seniority, ci si aspetta che quando si ha una buona idea, si metta “nero su bianco” e si crei una narrazione avvincente. Una volta pronta, ci si riunisce per leggere, prendere appunti e discuterne. Questo processo, che obbliga alla concentrazione e alla partecipazione attiva, garantisce un livello di presenza e attenzione che molte altre dinamiche tecnologiche non favoriscono. Con l'aumento dell'affidamento sulla tecnologia, possiamo prevedere che un numero maggiore di organizzazioni adotti strategie simili che danno priorità alla riflessione profonda e al pensiero critico. Gli innovatori tecnologici stanno rispondendo a queste nuove esigenze con la progettazione di dispositivi progettati per favorire l'uso intenzionale e incoraggiarci a entrare in uno stato di benessere, piuttosto che distogliere la nostra attenzione. E-Reader come il Kindle, sono da tempo sinonimo di lettura profonda e immersiva, priva di interruzioni. Oggi stiamo assistendo a questa tendenza su una scala molto più ampia, con l'emergere di telefoni minimalisti che offrono poco più delle funzioni di chiamata e invio di messaggi, fotocamere che enfatizzano l'arte della fotografia e non la condivisione, e lettori musicali autonomi che ci permettono di ascoltare la musica senza il costante bombardamento di messaggi e notifiche.
Non fraintendetemi: questo cambiamento non significa abbandonare la connettività digitale, ma di ristabilire un equilibrio consapevole in cui i dispositivi tecnologici supportano e potenziano le nostre capacità cognitive, invece di disperdere la nostra attenzione. Personalmente, dedico un pomeriggio alla settimana all'apprendimento, spegnendo il telefono e la posta elettronica per concentrarmi sulla lettura di articoli accademici o sull'esplorazione degli ultimi servizi AWS. Allo stesso modo, è noto che i dirigenti silenziano il telefono la prima ora della loro giornata per aumentare il potere cognitivo, una pratica sostenuta dagli esperti della Stanford Lifestyle Medicine.
Queste pratiche sono in linea con il concetto olandese di “niksen”, ovvero l'ozio intenzionale, o l'arte di non fare nulla. Per gli americani, la pratica più simile che viene in mente è la meditazione ad occhi aperti. Questo approccio riconosce che nel nostro mondo sempre più complesso, abbracciare la semplicità può riallineare la tecnologia ai nostri valori fondamentali e alla nostra salute mentale. Con un ritorno all'intenzionalità, possiamo elevare il nostro rapporto con la tecnologia, assicurandoci che ci dia potere anziché distrarci.
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