La gara, del valore complessivo di 200 milioni di euro, permetterà di far entrare nella sanità pubblica 36 robot chirurgici per le le specialità di Urologia-Chirurgia generale-Ginecologia
Consip ha pubblicato la prima gara per 36 robot chirurgici per le specialità di Urologia-Chirurgia generale-Ginecologia destinati alle strutture sanitarie pubbliche, del valore complessivo di 200 milioni di euro. L'iniziativa, in linea con gli obiettivi del Piano industriale 2025-2028, amplia il perimetro di intervento di Consip a un ambito merceologico innovativo - caratterizzato da una domanda emergente - con l'obiettivo di rispondere efficacemente ai fabbisogni della PA e contribuire alla diffusione dell'innovazione tecnologica.
Il contratto che sarà messo a disposizione prevede due diverse modalità di approvvigionamento - acquisto e noleggio - per rispondere a tutte le esigenze garantendo un'offerta ampia, flessibile e tecnologicamente avanzata.
Lo strumento contrattuale scelto da Consip (Accordo quadro con più aggiudicatari) consentirà alle amministrazioni di affidare appalti specifici a uno o più degli operatori economici aggiudicatari della gara, sulla base della graduatoria di merito o sulla base di specifiche esigenze tecnico-sanitarie. Insieme al robot chirurgico, si potrà acquistare il materiale di consumo necessario all'utilizzo e, incluso nel costo della fornitura, il servizio di formazione del personale sanitario e il servizio di assistenza e manutenzione full risk per 5 anni.
Per la realizzazione dell'iniziativa, Consip si è avvalsa della collaborazione della Società Italiana di Chirurgia (SIC), della Società Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI) e dell'Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC). In linea con l'approccio di Consip alle iniziative in campo sanitario, per garantire qualità e innovazione tecnologica delle apparecchiature offerte, la Commissione giudicatrice sarà composta da chirurghi con comprovata esperienza nel settore. Il termine di presentazione delle offerte è fissato per il 27 febbraio 2025.
Sebbene più brave dei colleghi maschi (voto medio di laurea 104,2 su 110 per le donne, 102,3 degli uomini; studi conclusi nei tempi previsti per il 57,6% delle donne contro il 53% degli uomini), le laureate in discipline STEM in Italia sono ancora poche e con qualche difficoltà in più a trovare lavoro. In ambito space tech negli USA solo il 13,4% della forza lavoro è composta da donne mentre, in Italia, su 500 imprese aerospaziali, le donne sono presenti nel 10% dei casi.
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