Autore: Redazione InnovationCity
Lo sviluppo della filiera idrogeno in Italia passa anche attraverso la realizzazione di infrastrutture e hub innovativi. Dei 3,64 miliardi previsti dal PNRR per sviluppare la filiera idrogeno, 500 milioni sono destinati a progetti di produzione di idrogeno in aree dismesse: nel dettaglio, ai 50 milioni per i progetti bandiera si aggiungono 450 milioni per i progetti scelti attraverso i bandi dalle Regioni e dalle Province Autonome. A questi, si aggiungono i 90 milioni di euro compresi nel capitolo RePower EU all’interno della revisione del PNRR, stanziati con l’obiettivo di consentire il finanziamento, tramite un incremento della relativa dotazione finanziaria, ai progetti ammessi ma poi non finanziati per insufficienza di risorse. Un investimento totale di quasi 600 milioni di euro, che inizia rispondere alle esigenze strategiche del Paese.
Dopo l’annuncio da parte della Regione Siciliana dell’ammissione a finanziamento di 4 nuove iniziative, sono ora 54 i progetti già finanziati su tutto il territorio nazionale (da realizzare entro il 31 dicembre 2026) con un grande protagonismo del Mezzogiorno, dove è destinato il 50% dei fondi. L’obiettivo del piano è favorire la produzione e il consumo di idrogeno verde a livello locale puntando su aree strategiche, già collegate alla rete elettrica. Il tutto creando una serie di hub dell’idrogeno dislocati lungo lo stivale, dove produrre, trattare, stoccare e distribuire idrogeno per una serie di usi, dalla mobilità al residenziale, all’industria.
H2IT – Associazione Italiana Idrogeno - che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno – rimarca il ruolo fondamentale che le Hydrogen Valley possono giocare nell’avvio di un mercato dell’idrogeno: il finanziamento di centri di produzione di idrogeno rinnovabile implementerà l’uso di diverse tecnologie, stimolando la domanda e lo sviluppo di una filiera idrogeno completa. Le Hydrogen Valley, infatti, non sono solo dei centri di produzione ma sono il punto di partenza per lo sviluppo di un mercato dell’idrogeno, con l’obiettivo finale di decarbonizzare dei settori carbon intensive e contribuire all’indipendenza energetica del paese. Inoltre, l’alto numero di proposte progettuali approvate (oltre 100, di cui molte non sono state finanziate per mancanza di fondi) dimostra la capacità della filiera di rispondere alle esigenze nazionali con progetti ad alto contenuto tecnologico e innovativo.
I finanziamenti approvati dalle varie regioni si raccordano bene con gli altri investimenti del PNRR su infrastrutture per la mobilità su strada (35 stazioni approvate solo nel primo bando) e ferroviaria e l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile nell’industria. Iniziative che abilitano lo sviluppo di tutta la supply chain e di progetti sinergici con quelli delle Hydrogen Valley.
A livello di suddivisione geografica, come detto, è il Mezzogiorno l’area maggiormente interessata, grazie a 26 dei 54 progetti, per un totale di 225 milioni di euro (50% del totale). Al Nord prenderanno vita 18 progetti per 160 milioni (36%) e al Centro 7, per un totale di 62 milioni (18%). Per quanto riguarda le singole regioni, gli investimenti più ingenti sono concentrati in tre regioni del Sud: Campania (6 progetti finanziati), Puglia (5) e Sicilia (4), che hanno ammesso a finanziamento 40 milioni ciascuna. Da sottolineare anche il numero di progettualità proposte dalle aziende locali del Sud: la sola Puglia, una regione che punta con decisione sul vettore tanto da avere una propria strategia idrogeno, ha approvato ben 17 proposte, anche se non tutte finanziate. Tra quelle del Nord, spiccano invece Lombardia (4 progetti per 33,5 milioni) e Trentino-Alto Adige (4 progetti per circa 30milioni).
Alberto Dossi, Presidente di H2IT (qui sotto nella foto), sottolinea che: “Quando si parla del futuro dell’energia, l’idrogeno assume un ruolo fondamentale. La sfida della decarbonizzazione richiede di puntare sulla diversificazione del mix energetico, sullo sviluppo di ogni tecnologia in chiave green, e sui vettori energetici puliti come l’idrogeno. Gli attori nazionali e internazionali della politica stanno ben comprendendo questa necessità e i risultati si iniziano a vedere sul fronte dei finanziamenti.Se le imprese, le istituzioni, gli enti di ricerca e le autorità territoriali lavoreranno sinergicamente, potranno accelerare il successo del settore dell'idrogeno con la creazione di una filiera forte che avrà ricadute occupazionali. Questo non solo garantirà all'Italia un ruolo leader in questo ambito, ma ne sosterrà anche la corsa verso la transizione e la sicurezza energetica".